‘Effetto settembre’ spiegato: perché è un mese difficile per i mercati azionari
- Secondo i dati del CME Group dell'anno scorso, l'indice S&P 500 ha perso terreno nel 55% dei mesi di settembre dell'ultimo secolo.
- Secondo la Deutsche Bank, l'indice è in calo negli ultimi quattro anni.
- Il fenomeno non è limitato solo agli Stati Uniti, ma è una tendenza che ha interessato i mercati azionari di tutto il mondo.
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Con l’arrivo di settembre, gli investitori si preparano a quello che spesso viene considerato il mese più impegnativo per i mercati azionari.
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Storicamente, settembre si è guadagnato la reputazione di mese con performance deboli sul mercato azionario, un fenomeno noto come “effetto settembre”.
Nonostante le aspettative e le speculazioni sui possibili tagli dei tassi da parte della Federal Reserve e le preoccupazioni circa una possibile recessione, i dati storici suggeriscono che settembre è spesso un periodo difficile per i mercati azionari globali.
Cos’è l’effetto settembre?
Copy link to sectionCon “effetto settembre” si intende la tendenza dei mercati azionari, in particolare dell’indice S&P 500, a registrare performance inferiori alle aspettative nel mese di settembre.
I dati dal 1928 al 2023 mostrano che l’indice S&P 500 ha solitamente registrato un calo in questo mese.
Secondo CME Group, nell’ultimo secolo l’indice S&P 500 ha perso terreno nel 55% dei mesi di settembre, diventando l’unico mese con un rendimento negativo medio dello -0,78%.
A settembre si sono verificati anche alcuni dei cali di mercato più significativi, come il calo del 29,6% registrato nel 1931 durante la Grande Depressione.
Sebbene settembre non sia il mese con le peggiori performance ogni anno, negli ultimi anni è stato particolarmente impegnativo, con l’indice S&P 500 in calo per gli ultimi quattro mesi di settembre consecutivi.
È interessante notare che questa tendenza non si limita agli Stati Uniti, ma interessa anche i mercati globali.
Cosa spiega l’effetto settembre?
Copy link to sectionDiverse teorie tentano di spiegare l’effetto settembre, ma nessuna fornisce una risposta definitiva.
Tom Stevenson, direttore degli investimenti di Fidelity International, sostiene che gli investitori che tornano dalle vacanze estive ad agosto spesso riconsiderano i propri portafogli, il che porta alla vendita dei titoli con performance inferiori alle aspettative.
Questa mentalità da “nuovo anno scolastico” potrebbe aver contribuito alla scarsa performance di settembre.
Un’altra teoria sostiene che i grandi fondi comuni di investimento si dedichino a pratiche di “window dressing” prima della fine dell’anno fiscale, solitamente a fine settembre.
Inoltre, alcuni ritengono che gli investitori individuali liquidino le azioni per coprire le spese del ritorno a scuola.
Anche la psicologia del mercato gioca un ruolo, poiché gli investitori anticipano l’Effetto Settembre, creando una profezia che si autoavvera di un sentiment negativo.
Fonte: Summit Financial Solutions
Steve James, amministratore delegato di Summit Financial Solutions, sottolinea che settembre solitamente segna l’inizio del ciclo elettorale negli Stati Uniti, spingendo gli investitori a riposizionare i propri portafogli in previsione di potenziali cambiamenti politici.
Ciò è particolarmente rilevante quest’anno, con le elezioni presidenziali statunitensi che si avvicinano a novembre.
Fattori scatenanti del mercato per questo settembre e prospettive future
Copy link to sectionQuesto settembre, gli investitori seguono con attenzione la riunione politica della Federal Reserve del 18 settembre, con l’aspettativa che la Fed possa tagliare i tassi di interesse, una mossa solitamente favorevole per i mercati.
Tuttavia, Adam Turnquist di LPL Financial avverte che il prossimo rapporto sull’occupazione di agosto, previsto per il 6 settembre, potrebbe influenzare la decisione della Fed.
Un rapporto sull’occupazione più debole del previsto potrebbe spingere la Fed a procedere con tagli dei tassi più radicali, segnalando un indebolimento dell’economia.
“Se i dati economici miglioreranno la prossima settimana, la teoria dell’atterraggio morbido potrebbe prendere piede, interrompendo potenzialmente la serie di sconfitte a cui abbiamo assistito a settembre”, ha detto Turnquist a Markets Insider.
Tuttavia, ha anche avvertito che il rischio di ribasso resta probabile.
Gli investitori dovrebbero temere l'”effetto settembre”?
Copy link to sectionAnche se da decenni si osservano anomalie stagionali, ciò non significa necessariamente che gli investitori debbano temere settembre.
Secondo Fisher Investments,
“La convinzione in strategie azionarie basate sul calendario come “Effetto settembre”, “Vendi a maggio” o “Rally di Babbo Natale” presuppone che le performance passate possano prevedere i rendimenti futuri. Questa ipotesi è errata: il mercato azionario incorpora in modo efficiente informazioni ampiamente note e le tendenze stagionali non possono prevedere in modo affidabile i futuri movimenti di mercato. Se uno strumento di previsione basato sul calendario ha potere predittivo, i mercati efficienti lo hanno già preso in considerazione, indebolendo qualsiasi potenziale vantaggio.”
Tuttavia, se si preferisce lasciare che sia la saggezza convenzionale a guidare i movimenti del mercato, gli analisti affermano che gli investitori in genere si rivolgono ad azioni con dividendi in periodi di prevista volatilità e incertezza.
Gli esperti hanno anche suggerito di acquistare durante i cali stagionali per guadagnare durante la stagione.
Questo articolo è stato tradotto dall'inglese con l'aiuto di strumenti AI, e successivamente revisionato da un traduttore locale.
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