
Il National Tax Service della Corea del Sud trattiene 70 milioni di dollari di tasse da Bithumb
- La Koreas NTS ha deciso di trattenere 70 milioni di dollari di tasse da Bithumb, apparentemente sulla base dei profitti realizzati dai trader esteri.
- La fonte all'interno dell'exchange sostiene che nemmeno Bithumb sa quali dei suoi utenti sono trader esteri e quale sia la loro situazione finanziaria.
- Nel frattempo, la Corea non ha al momento nessuna legge fiscale sulle criptovalute, il che rende poco chiaro quali potrebbero essere le conseguenze per gli utenti di Bithumb.
Secondo un recente comunicato della Corea del Sud, il National Tax Service (NTS) del Paese prevede di trattenere da Bithumb 80,3 miliardi di won (70 milioni di dollari) di tasse. La decisione è stata confermata dal maggiore azionista di Bithumb, Vidente, che ha poi aggiunto che la tassa sarà imposta ai clienti esteri dell’exchange.
La scelta è importante anche per il fatto che si tratta del primo caso in cui l’agenzia delle imposte della Corea del Sud impone una tassa sugli utili derivanti da transazioni in valuta digitale.
Nel frattempo, come riportato dal Korea JoongAng Daily, Bithumb sta pianificando di intraprendere un’azione legale contro queste tasse imposte. Stando all’articolo, inoltre, l’importo è stato calcolato applicando il tasso per ricavi e proventi diversi, e verrà probabilmente versato dalla borsa stessa. L’imposta verrà inoltre riscossa ad un tasso annuo del 22%, in base al numero di prelievi esteri.
Per ora non è ancora chiaro quali potrebbero essere le conseguenze sui clienti dell’exchange e Bithumb stessa non ha ancora rilasciato un commento ufficiale sulla vicenda. Tuttavia, una fonte al corrente della situazione sostiene che gli investitori esteri sono riusciti in qualche modo ad aggirare il divieto di apertura di conti su Bithumb.
In altre parole, ci sono state numerose transazioni effettuate utilizzando nomi falsi, e la fonte sostiene che anche l’exchange stesso ha difficoltà a scoprire quali sono gli investitori esteri e quanti potrebbero essere i loro profitti derivanti dal trading. Tenendo conto della situazione, rimane discutibile il modo in cui l’agenzia di tassazione ha calcolato l’importo annunciato.
Nel frattempo, la legge sull’imposta sul reddito del Paese non riconosce le transazioni di criptovalute come imponibili per il calcolo delle tasse. Manca anche una normativa sulle tasse per le criptovalute stesse, anche se il Ministero dell’Economia e delle Finanze del Paese ha promesso di introdurre una normativa fiscale nel 2020. Inoltre, la Banca di Corea ha in programma di assumere esperti che studieranno DLT, cripto e CBDC.