
La normativa del Qatar impone un divieto generale sui servizi cripto-correlati nel Golfo
- Recenti notizie dal Qatar affermano che il Paese ha vietato i servizi cripto-correlati in tutto il Golfo.
- A parte gli asset regolamentati, non saranno ammessi strumenti di trading a causa del nuovo divieto.
- Nel frattempo, l'UE sta introducendo nuove e più severe procedure KYC e antiriciclaggio che entreranno in vigore dal 10 gennaio.
Sono passati solo pochi giorni dall’inizio del 2020, ma l’anno è già partito con uno sviluppo abbastanza importante. Uno dei temi più scottanti al momento è la decisione del Qatar’s Financial Center di emettere un divieto generalizzato su tutti i servizi cripto-correlati nel Golfo.
Tale divieto, in realtà, non riguarda solo le valute digitali, ma anche “qualsiasi cosa di valore” che potrebbe essere utilizzata come metodo di pagamento al posto delle monete fiat.
In Qatar possono essere utilizzati solo gli asset regolamentati
Copy link to sectionCome molti sapranno, il Qatar’s Financial Center è l’autorità di regolamentazione del paese. Il suo nuovo annuncio di vietare tutto ciò che può essere usato come sostituto della moneta fiat è stata una grande sorpresa per i suoi cittadini, soprattutto perché non si limita a vietare soltanto le criptovalute.
Anzi, le uniche forme di strumenti finanziari digitali non contemplate sono quelle fortemente regolamentate. In altre parole, se i titoli o gli strumenti finanziari sono regolamentati, o dalla Financial Markets Authority o da altri organi di governo, sono liberi di essere scambiati.
Nel frattempo, qualsiasi attività legata al mondo delle criptovalute è stata bloccata a causa di regole antiriciclaggio estremamente severe.
Il settore delle criptovalute verrà finalmente regolamentato
Copy link to sectionNaturalmente, il Qatar è ben lontano dall’essere l’unico Paese ad aver adottato misure estreme contro le criptovalute, negli ultimi tempi. Anche l’UE ha recentemente inasprito le proprie leggi sulle valute digitali, annunciando che le imprese che si occupano di criptovalute devono conformarsi alle nuove leggi entro il 10 gennaio.
La nuova direttiva antiriciclaggio, nota come Fifth Anti-Money Laundering Directive (5AMLD) prevede procedure KYC e antiriciclaggio più severe e impone alle aziende di monitorare e segnalare tutte le transazioni di criptovalute. Nel frattempo, l’UE ha anche emanato una nuova serie di regole che le imprese dovranno seguire durante i controlli KYC. Qualora si trovassero di fronte a una transazione sospetta, dovranno presentare una denuncia SAR (Suspicious Activity Reports) alle autorità. In altre parole, il mercato dei servizi cripto-correlati dell’UE sta diventando sempre più sorvegliato e supervisionato, cosa che a molti fa piacere, soprattutto perché la mancanza di regole è stata l’unica barriera che ha impedito a innumerevoli imprese di entrare prima nel mondo delle criptovalute.