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Aggiornamento sui mercati asiatici: le azioni salgono nonostante le minacce di dazi di Trump e la svendita di Wall Street

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Written on Mar 14, 2025
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  • L'indice CSI 300 della Cina continentale è balzato del 2,34% entro mezzogiorno, ora di Singapore.
  • Il rally è stato guidato dai titoli del settore sanitario, dei beni di consumo ciclici e non ciclici.
  • Anche l'indice Hang Seng di Hong Kong ha registrato un robusto aumento dell'1,9%, trainato da un'impennata del 14,38% di WuXi Biologics.

I mercati asiatici hanno registrato per lo più guadagni venerdì, mostrando resilienza nonostante la forte svendita a Wall Street innescata dalle nuove minacce di dazi del presidente americano Donald Trump.

Gli investitori della regione hanno reagito ai dati economici, ai segnali delle banche centrali e all’aumento dei prezzi dell’oro, fattori che hanno contribuito a migliorare il sentiment sui principali indici.

Nel frattempo, le azioni delle società minerarie australiane sono salite alle stelle con il raggiungimento di un nuovo massimo storico del prezzo dell’oro, mentre i titoli cinesi si sono ripresi dopo una settimana volatile.

Il CSI 300 cinese guida i rialzi.

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L’indice CSI 300 della Cina continentale è balzato del 2,34% a mezzogiorno ora di Singapore, registrando uno dei guadagni più consistenti della regione.

Il rally è stato guidato dai titoli del settore sanitario, dei beni di consumo ciclici e non ciclici, riflettendo una rinnovata fiducia degli investitori nonostante le persistenti incertezze globali.

Anche l’indice Hang Seng di Hong Kong ha registrato un robusto aumento dell’1,9%, trainato da un’impennata del 14,38% del gigante farmaceutico WuXi Biologics.

Tra gli altri titoli in forte rialzo figurano BYD (+6,43%), Ping An Insurance (+6,12%) e Meituan (+5,90%).

In Giappone, il Nikkei 225 è salito dello 0,89%, mentre l’indice Topix, più ampio, è aumentato dello 0,79%, sostenuto dai guadagni dei titoli tecnologici e finanziari.

L’indice S&P/ASX 200 australiano ha chiuso in rialzo dello 0,55% a 7.789,7 punti, con le società minerarie aurifere a guidare la crescita.

I minatori d’oro si mobilitano mentre i prezzi raggiungono livelli record.

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I prezzi dell’oro sono saliti a un nuovo record, avvicinandosi alla soglia chiave dei 3.000 dollari l’oncia, poiché le preoccupazioni sulle politiche commerciali statunitensi e sui potenziali tagli dei tassi della Federal Reserve hanno alimentato la domanda di questo bene rifugio.

Le azioni minerarie australiane hanno registrato un’impennata in risposta. Bellevue Gold è salita del 5,71%, Newmont Corporation ha guadagnato il 5,46%, mentre anche Evolution Mining (+5,11%) e Kingsgate Consolidated (+4,12%) hanno registrato forti guadagni.

Il crollo di Wall Street non scalfisce la fiducia dell’Asia

I guadagni in Asia sono arrivati nonostante la forte flessione dei mercati statunitensi, dove l’S&P 500 è sceso dell’1,39%, il Dow Jones Industrial Average dell’1,3% e il Nasdaq Composite dell’1,96%.

La svendita è stata innescata dalla promessa di Trump di imporre dazi del 200% sui prodotti alcolici europei, intensificando le tensioni commerciali globali.

Tuttavia, i mercati asiatici hanno mostrato resilienza, con gli investitori concentrati sulle tendenze economiche interne e sulle performance aziendali piuttosto che sulla volatilità esterna.

La Banca del Giappone dovrebbe mantenere i tassi invariati.

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Gli investitori stanno anche monitorando la riunione di politica monetaria della Banca del Giappone del 18-19 marzo, con MFS Investment Management che prevede che la banca centrale manterrà i tassi invariati, in un contesto di aspettative di forte inflazione e crescita salariale.

Nel frattempo, le azioni di Samsung SDI sono scese del 7,21% dopo che la società ha annunciato un’emissione di azioni per 2 trilioni di won (1,38 miliardi di dollari) per finanziare la joint venture con General Motors ed espandere la capacità produttiva in Ungheria.

Le valute asiatiche si indeboliscono.

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Lo yen giapponese si è deprezzato dello 0,29%, attestandosi a 148,25 per dollaro USA, ritirandosi dai recenti massimi di cinque mesi.

Anche il won coreano si è indebolito dello 0,15%, mentre il dollaro australiano ha registrato un leggero calo dello 0,1%.

L’oro mantiene i guadagni tra le incertezze commerciali e di politica monetaria.

L’oro spot è salito dello 0,14% durante la notte, raggiungendo il record di 2.989,86 dollari l’oncia, spinto dalle crescenti preoccupazioni sulle politiche commerciali di Trump e dalle scommesse su un taglio dei tassi da parte della Fed.

Venerdì mattina, i prezzi si aggiravano intorno ai 2.986,90 dollari l’oncia.

Questo articolo è stato tradotto dall'inglese con l'aiuto di strumenti AI, e successivamente revisionato da un traduttore locale.