
LVMH crolla dell’8% per le vendite inferiori alle attese, con le tensioni geopolitiche che colpiscono i ricavi di vino e moda; anche Kering e Burberry in calo.
- Le azioni LVMH sono scese dell'8% dopo che le vendite del primo trimestre sono diminuite del 3%, deludendo le aspettative.
- La minore domanda da parte di Stati Uniti e Cina ha colpito vini, liquori e articoli in pelle.
- Gli analisti mettono in guardia su un ulteriore rallentamento del settore a causa delle tensioni commerciali e dei timori di recessione.
Le azioni di LVMH sono crollate dell’8% martedì mattina dopo che il colosso francese del lusso ha riportato un calo inaspettato delle vendite del primo trimestre, innescando una forte reazione in tutto il settore del lusso europeo.
LVMH, proprietaria di marchi di punta come Louis Vuitton, Moët & Chandon e Hennessy, ha registrato un calo del fatturato del 3% su base annua nei primi tre mesi dell’anno, secondo un aggiornamento commerciale pubblicato dopo la chiusura dei mercati lunedì.
I risultati hanno deluso le aspettative degli analisti, che prevedevano una leggera crescita, e sono stati inferiori persino alle previsioni più conservative degli investitori istituzionali.
La flessione è stata guidata da un calo del 9% nella divisione vini e liquori, dove le vendite di cognac – un prodotto iconico del portafoglio del gruppo – sono diminuite a causa della minore domanda sia negli Stati Uniti che in Cina.
L’azienda ha attribuito ciò in parte all’incertezza economica, ma anche alle tensioni geopolitiche che hanno visto il cognac coinvolto nelle dispute commerciali.
Il settore della moda e della pelletteria, tradizionalmente il più resistente per LVMH, ha registrato un calo del fatturato del 5%.
Le vendite di orologi sono rimaste stabili, senza offrire alcun sollievo dalla più ampia debolezza della domanda di prodotti di lusso da parte dei consumatori.
Settore più ampio sotto pressione; anche Kering, Burberry e Richemont in calo.
Copy link to sectionI dati deludenti di LVMH hanno trascinato al ribasso i concorrenti di tutto il settore.
Le azioni di Kering, la società madre di Gucci, sono scese del 2,5%, mentre la casa di moda britannica Burberry ha perso il 4,2%.
Richemont, nota per Cartier e Montblanc, ha registrato un calo del 2,26% nelle prime contrattazioni. Il mercato europeo più ampio, al contrario, ha registrato un rialzo, sottolineando la pressione specifica che grava sulle aziende del lusso.
Gli analisti di Citi hanno affermato che i risultati di LVMH non offrivano “molti motivi di ottimismo”, osservando che erano “nel complesso inferiori alle aspettative più conservative degli investitori”.
Hanno suggerito che, data l’elevata incertezza nell’economia globale, era difficile prevedere una ripresa nel secondo o terzo trimestre.
Jefferies ha ridotto il prezzo obiettivo di LVMH da 670 a 510 euro, citando la persistente debolezza della domanda e un contesto macroeconomico imprevedibile.
L’instabilità commerciale offusca le prospettive nonostante il potere di determinazione dei prezzi.
Copy link to sectionCecile Cabanis, direttore finanziario di LVMH, ha dichiarato agli analisti durante una conference call che le tensioni commerciali rendevano sempre più difficile la pianificazione, con variabili chiave che “cambiavano ogni ora”.
Il commento è giunto in un clima di rinnovata incertezza sui dazi statunitensi, a seguito dei segnali contrastanti del presidente Donald Trump sulla politica commerciale.
I marchi di lusso sono generalmente considerati più protetti rispetto ai rivenditori di massa grazie al loro potere di determinazione dei prezzi e alla clientela fedele.
Tuttavia, gli analisti hanno avvertito che il rischio di una recessione economica più ampia, soprattutto se innescata da dazi doganali, potrebbe intaccare anche la domanda di fascia alta, in particolare nei mercati principali come Stati Uniti e Cina.
L’analista di Bernstein, Luca Solca, ha recentemente rivisto drasticamente le sue previsioni sulle vendite globali di beni di lusso, prevedendo un calo del 2% quest’anno rispetto alla precedente stima di una crescita del 5%.
Ha affermato che questo cambiamento rifletteva un circolo vizioso di turbolenze di mercato e indebolimento della fiducia dei consumatori.
Solca ha inoltre rivisto al ribasso le sue previsioni sugli utili per il settore, prevedendo ora una diminuzione dell’EBIT medio tra il 4% e il 6% rispetto al 2024.
Nonostante la situazione difficile, ha affermato che le aziende del lusso sono comunque meglio posizionate rispetto alla maggior parte delle altre per affrontare un periodo di sconvolgimenti.
Questo articolo è stato tradotto dall'inglese con l'aiuto di strumenti AI, e successivamente revisionato da un traduttore locale.