
I riacquisti di azioni domineranno il 2024: ecco perché non tutti i riacquisti sono convenienti
- Le aziende che effettuano i più grandi riacquisti di azioni ottengono risultati inferiori, spesso sbagliando il momento del riacquisto.
- Strategie di riacquisto prudenti, come quelle di AutoZone ed Etsy, aumentano il valore per gli azionisti.
- L'aumento della retribuzione basata sulle azioni diluisce i benefici di molti programmi di riacquisto.
Wall Street spesso festeggia quando le aziende annunciano riacquisti di azioni, considerandoli un segnale di fiducia nel futuro dell’azienda.
Tuttavia, il veterano analista azionario Bradley Safalow lancia un avvertimento.
Un rapporto di Barron’s ha ripreso l’argomentazione di Safalow secondo cui, sebbene i riacquisti possano dare un impulso a breve termine ai prezzi delle azioni, il loro impatto a lungo termine è spesso meno favorevole, in particolare per le aziende con debolezze finanziarie o operative.
Il paradosso del riacquisto: grandi spese, risultati deludenti
Copy link to sectionLa ricerca di Safalow rivela una tendenza sorprendente: le aziende con i programmi di riacquisto più ampi nell’indice S&P 500 hanno registrato prestazioni inferiori rispetto all’indice più ampio nell’ultimo decennio.
Nella sua nota agli abbonati di PAA Research, ha paragonato i riacquisti di azioni a una “sbornia di zucchero”: un picco fugace dei prezzi delle azioni che spesso lascia le aziende più deboli a lungo termine.
Dal 2019 al 2023, le aziende S&P 500 hanno riacquistato azioni per un valore sbalorditivo di 3,5 trilioni di dollari.
Tuttavia, gran parte di queste spese non è riuscita a ridurre in modo significativo il numero di azioni in circolazione a causa dell’effetto compensativo dell’aumento delle retribuzioni in azioni.
Solo una piccola percentuale di aziende ha registrato una riduzione netta delle quote di oltre il 4%.
Per le aziende con un alto livello di indebitamento o problemi strutturali, i riacquisti possono essere un uso improprio del capitale.
Safalow cita esempi come ITT Educational Services e Big Lots, che hanno speso oltre 1 miliardo di dollari in riacquisti prima di dichiarare bancarotta.
Cattivo tempismo: le insidie delle strategie di riacquisto
Copy link to sectionLa critica di Safalow è in linea con le ricerche accademiche e le intuizioni di investitori esperti come Leon Cooperman, che da tempo osservano come i dirigenti aziendali spesso sbaglino i tempi dei riacquisti.
Le aziende acquistano spesso le proprie azioni quando i prezzi sono alti, per poi ritirarsi durante i periodi di crisi quando le azioni sono sottovalutate.
“La maggior parte dei team dirigenti non ha una chiara comprensione del valore intrinseco delle proprie aziende”, ha osservato Cooperman.
Safalow ribadisce questo sentimento, sottolineando che i riacquisti dovrebbero idealmente avvenire solo quando le azioni di un’azienda sono notevolmente sottovalutate.
Acquisti di azioni proprie: le aziende che ci riescono
Copy link to sectionNonostante le critiche generali, alcune aziende sono riuscite a utilizzare in modo efficace i riacquisti, generando un valore sostanziale per gli azionisti.
Safalow identifica aziende come AutoZone, Dillard’s e Build-A-Bear Workshop come acquirenti prudenti delle loro azioni.
Queste aziende hanno costantemente riacquistato azioni nei momenti opportuni, contribuendo a ottenere prestazioni solide rispetto all’S&P 500 e al Russell 2000 negli ultimi cinque anni.
A dicembre, Safalow ha pubblicato un elenco di “Buyback Outliers”, ovvero aziende che dimostrano strategie di riacquisto disciplinate, anche in periodi di debolezza del mercato.
Per qualificarsi, queste aziende devono generare costantemente flussi di cassa liberi, ottenere alti rendimenti del capitale e mantenere bassi livelli di compensi basati sulle azioni.
Tra i nomi più noti nella lista di Safalow figurano:
Charter Communications: L’operatore via cavo ha dimostrato un tempismo strategico nelle sue riacquisti, rafforzato da un forte flusso di cassa.
Williams-Sonoma: il rivenditore ha ottenuto risultati migliori grazie a una disciplina nell’allocazione del capitale e a un’attenta attività di riacquisto.
Etsy e Polaris: tra le aziende più piccole, entrambe le società hanno utilizzato in modo efficace i riacquisti per aumentare il valore per gli azionisti.
La retribuzione basata sulle azioni: un costo trascurato
Copy link to sectionUna delle principali preoccupazioni di Safalow è il ruolo della retribuzione basata sulle azioni nel distorcere il vero impatto dei riacquisti.
Molte aziende sono riuscite a convincere Wall Street a escludere la retribuzione basata sulle azioni dal calcolo degli utili rettificati, nonostante si tratti di un costo reale per gli azionisti.
In alcune aziende tecnologiche e di beni di consumo discrezionali, la retribuzione basata sulle azioni supera il 15% del flusso di cassa operativo, diluendo i benefici dei riacquisti.
Safalow sostiene che le aziende spesso utilizzano i riacquisti per mascherare questi costi, creando un’immagine fuorviante della salute finanziaria.
Lezioni per gli investitori
Copy link to sectionLe scoperte di Safalow offrono importanti spunti di riflessione agli investitori che si muovono nel panorama dei riacquisti:
Siate scettici nei confronti dei grandi programmi di riacquisto: un elevato dispendio per il riacquisto non equivale necessariamente a forti rendimenti a lungo termine.
Valutare il tempismo e la strategia della gestione: cercare aziende che riacquistano azioni quando i prezzi sono bassi, anziché inseguire valutazioni elevate.
Dare priorità al flusso di cassa e all’efficienza del capitale: le aziende con un’allocazione disciplinata del capitale e una limitata compensazione basata sulle azioni hanno maggiori probabilità di offrire rendimenti sostenibili.
Per gli investitori alla ricerca di opportunità, la “Nice List” di Safalow degli outlier di riacquisto potrebbe rappresentare un punto di partenza.
Queste aziende dimostrano che, se eseguiti con attenzione, i riacquisti possono ancora essere uno strumento prezioso per aumentare il valore per gli azionisti.
Questo articolo è stato tradotto dall'inglese con l'aiuto di strumenti AI, e successivamente revisionato da un traduttore locale.