Will rate cuts and deregulation rescue Europe’s slowing economy?

L’economia europea può riprendersi grazie ai tagli dei tassi e alla deregolamentazione?

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Written on Jan 30, 2025
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  • La BCE sta tagliando i tassi mentre l'incertezza sull'inflazione e la divergenza delle politiche statunitensi creano rischi.
  • Il piano di deregolamentazione dell'UE mira a stimolare le attività economiche, ma potrebbe indebolire gli impegni climatici.
  • Le politiche commerciali di Trump e i vuoti di finanziamento dell'Europa potrebbero rappresentare un ulteriore ostacolo alla ripresa economica.

L’economia europea è in difficoltà. La crescita si è rallentata, le imprese sono schiacciate dalle normative e l’inflazione rimane imprevedibile.

Per invertire la tendenza, la Banca Centrale Europea sta allentando la sua politica monetaria, mentre la Commissione Europea sta spingendo per la deregolamentazione e per i cambiamenti nella politica industriale.

La domanda è se questo sarà sufficiente.

Con gli Stati Uniti che si muovono in una direzione diversa e le tensioni commerciali mondiali in aumento, la strategia economica europea per il 2025 presenta sia opportunità che seri rischi.

Gli interessi più bassi saranno d’aiuto o di danno?

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La Banca Centrale Europea taglia nuovamente i tassi, con una riduzione di 0,25 punti percentuali prevista per il 30 gennaio, che porterà il tasso chiave al 2,75 percento.

I mercati si aspettano almeno altri tre tagli quest’anno, che porterebbero i tassi al 2,00 percento entro la metà del 2025 e possibilmente all’1,50 percento entro la fine dell’anno.

Di solito, tassi di interesse più bassi incoraggiano l’indebitamento e gli investimenti, aiutando le aziende a espandersi e i consumatori a spendere.

Ma la situazione in Europa non è così semplice. L’inflazione nella zona euro è aumentata per quattro mesi consecutivi, in parte a causa delle fluttuazioni dei prezzi dell’energia.

Se l’inflazione dovesse rimanere elevata, la BCE potrebbe dover rallentare o addirittura sospendere i previsti tagli dei tassi.

Source: Morningstar

Un’altra preoccupazione è la crescente divergenza tra la BCE e la Federal Reserve statunitense.

Mentre la BCE sta tagliando i tassi in modo aggressivo, la Fed si mantiene ferma, mantenendo i tassi di interesse elevati.

Questo divario nella politica monetaria sta spingendo l’euro verso il basso rispetto al dollaro statunitense.

Un euro più debole rende le esportazioni europee più competitive, ma fa anche aumentare il costo delle importazioni, il che potrebbe alimentare l’inflazione.

La BCE sta percorrendo una linea sottile, cercando di sostenere la crescita senza lasciare che l’inflazione sfugga al controllo.

Deregolamentazione: un impulso per le imprese o un indebolimento delle norme ambientali?

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Le aziende europee si lamentano da tempo delle eccessive normative, sostenendo che le complesse regole sulla sostenibilità e sulla conformità rendono più difficile l’attività.

In risposta, la Commissione europea ha introdotto il Compass della competitività, un piano per semplificare le normative e ridurre la burocrazia, che potrebbe far risparmiare alle imprese 37 miliardi di euro all’anno entro il 2029.

Il piano prevede l’allentamento dei requisiti di rendicontazione sulla sostenibilità, la riduzione dell’onere normativo per le aziende di medie dimensioni e la semplificazione delle leggi ambientali e sulla catena di fornitura.

L’obiettivo è rendere l’Europa un luogo più attraente per fare affari, ma ci sono preoccupazioni che questi cambiamenti possano minare gli impegni climatici dell’UE.

I gruppi ambientalisti avvertono che la deregolamentazione potrebbe indebolire il Green Deal, soprattutto se si traducesse in norme più permissive sulle emissioni e sulla responsabilità delle aziende.

I leader europei insistono sul fatto che gli obiettivi climatici rimangano invariati, ma la spinta alla crescita industriale potrebbe avvenire a scapito di un controllo ambientale più rigoroso.

Allo stesso tempo, altri leader europei, come l’AfD tedesca e i Patriots for Europe francesi, stanno spingendo per abbandonare del tutto il Green Deal.

In che modo la politica commerciale di Trump influisce sull’Europa?

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Il ritorno di Donald Trump ha aggiunto un altro livello di incertezza alle prospettive economiche dell’Europa.

Durante la sua presidenza, ha accennato a tariffe sulle importazioni dall’UE, una mossa che potrebbe rallentare la crescita europea in un momento in cui essa è già in difficoltà.

Se gli Stati Uniti imporranno restrizioni commerciali, le industrie europee, in particolare quelle automobilistiche e siderurgiche, potrebbero risentirne.

Allo stesso tempo, le politiche “America First” di Trump potrebbero portare a un maggiore flusso di investimenti statunitensi nelle industrie nazionali, rendendo più difficile la concorrenza delle aziende europee.

La BCE e la Commissione europea potrebbero dover adattare rapidamente le proprie politiche se Trump dovesse intensificare le tensioni commerciali.

Per ora la minaccia rimane ipotetica, ma i responsabili politici europei si stanno già preparando a possibili interruzioni.

Perché l’economia europea è ancora in ritardo?

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I problemi economici dell’Europa non sono iniziati con Trump o con i tassi di interesse elevati.

La crescita è in rallentamento da anni.

Un recente rapporto del Bruegel, un importante think tank economico, sostiene che la strategia economica europea non è ancora un piano coerente.

L’UE fatica ancora a conciliare le politiche energetiche verdi con la competitività industriale, a investire in tecnologie all’avanguardia come l’intelligenza artificiale e la biotecnologia e a colmare i profondi divari di finanziamento che ostacolano la riforma economica.

La sola politica monetaria non sarà sufficiente a risolvere queste debolezze strutturali.

Abbassare i tassi di interesse può offrire un sollievo temporaneo, ma senza investimenti più consistenti e una strategia industriale più chiara, l’Europa rischia di rimanere ancora più indietro rispetto agli Stati Uniti e alla Cina.

Molte delle soluzioni proposte nei rapporti dell’ex presidente della BCE Mario Draghi e dell’ex primo ministro italiano Enrico Letta devono ancora essere pienamente implementate, lasciando senza risposta questioni cruciali.

Inoltre, l’instabilità economica e politica nelle due maggiori economie della regione, Francia e Germania, sta solo erodendo la fiducia degli investitori nei piani di ripresa dell’Europa.

E la casa e il costo della vita?

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L’accessibilità all’alloggio è diventata una questione urgente in tutta Europa. Il sedici percento della popolazione dell’UE vive in alloggi sovraffollati e il nove percento spende più del 40 percento del proprio reddito per l’affitto o i mutui.

I Paesi Bassi stanno guidando la spinta per modificare le norme dell’UE al fine di rendere l’alloggio più accessibile, sostenendo che l’UE dovrebbe classificare la costruzione di case come “interesse pubblico prevalente”, in modo analogo alle energie rinnovabili.

Ciò consentirebbe di ottenere più rapidamente le autorizzazioni per la costruzione e di allentare le restrizioni ambientali che attualmente rallentano i progetti.

Anche il governo olandese chiede modifiche alle norme sugli aiuti di Stato, che consentirebbero maggiori sussidi per l’edilizia popolare.

La Commissione europea riconosce il problema, ma ha tardato a intervenire, insistendo sul fatto che ogni cambiamento deve essere valutato caso per caso.

Senza riforme significative, la crisi abitativa continuerà a pesare sulle finanze delle famiglie europee, rendendo ancora più difficile la ripresa economica.

Una scommessa rischiosa ma necessaria

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L’Europa sta adottando un approccio audace, tagliando i tassi di interesse e allentando le normative, nel tentativo di rilanciare la crescita.

La BCE spera che l’abbassamento dei tassi di prestito incoraggi gli investimenti e la spesa dei consumatori, mentre la Commissione europea sta cercando di semplificare l’attività delle imprese.

I rischi, tuttavia, sono significativi. L’inflazione rimane incerta, il divario tra la politica monetaria statunitense e quella europea si sta allargando e le politiche commerciali di Trump potrebbero creare nuovi shock economici.

Senza strategie di investimento chiare e un adeguato finanziamento, l’economia dell’UE potrebbe continuare ad avere difficoltà.

Per ora, i politici europei puntano su questi cambiamenti per riaccendere la crescita.

Resta da vedere se questa scommessa pagherà o se creerà nuovi problemi.

Questo articolo è stato tradotto dall'inglese con l'aiuto di strumenti AI, e successivamente revisionato da un traduttore locale.